«Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale» è questo il tema scelto da papa Francesco del Sinodo speciale per la Regione Panamazzonica che si terrà ad ottobre 2019. Lo ha comunicato ieri la Sala Stampa vaticana, unitamente alla nomina dei diciotto membri del consiglio pre-sinodale che sono chiamati a collaborare con la Segreteria generale nella preparazione dell’assemblea. A comporre il consiglio sono i vescovi dei territori amazzonici appartenenti a otto conferenze episcopali: Brasile, Bolivia, Perú, Ecuador, Colombia, Venezuela, Argentina, Antille. Un territorio che comprende oltre cento circoscrizioni ecclesiastiche.
Il primo tra i membri del consiglio è il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo emerito di San Paolo, presidente della Red Eclesial Panamzonica (Repam), affiancato dal vescovo Pedro Ricardo Barreto Jimano, di Huancayo, gesuita, vicepresidente della Repam e della Conferenza episcopale peruviana. Tra la altre realtà di Chiesa dei Paesi sudamericani l’Argentina è rappresentata dal vescovo Oscar Ojea di San Isidro, presidente della stessa Conferenza episcopale e per il Messico il cardinale Carlos Aguiar Retes, nominato di recente arcivescovo di Città del Messico e già presidente della Conferenza episcopale per l’America Latina. Le due nomine vaticane hanno la loro importanza: quella del cardinale Peter Turkson, prefetto del dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati. «L’organismo vaticano che si interessa dello sviluppo umano così come chi nella Segretaria di Stato si occupa delle relazioni con gli Stati sono necessari per affrontare la tematica di una realtà molto complessa e articolata nelle sue implicazioni non solo ecclesiali ma anche sociali e politiche» spiega il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi.
Il cammino verso questo evento ecclesiale era già partito nei giorni della visita del Papa in Perù dove nell’area amazzonica di Puerto Maldonado aveva esortato a «rompere il paradigma storico che considera l’Amazzonia come una dispensa inesauribile degli Stati senza tener conto dei suoi abitanti». La Repam, nata nel 2014 dalle conferenze episcopali del territorio amazzonico e ispirata al documento di Aparecida del 2007, aveva infatti dato vita proprio a Puerto Maldonado a un primo incontro pre-sinodale. L’organismo realizza un servizio ecclesiale che ha il compito di coordinare e promuovere tutta la realtà ecclesiale della Panamazzonia e costruire una vera e propria rete affinché l’attenzione alla popolazione dei nativi sia prioritaria tenendo conto delle indicazioni del Papa. Gli indigeni che non hanno più un territorio perdono la vita, perché la terra è parte della loro esistenza. Il grande lavoro è promuovere la loro esistenza nel territorio, considerando che il territorio gli appartiene e sono i veri custodi della foresta mentre gli Stati credono di poter disporre come credono. «Le priorità del Sinodo speciale saranno gli aspetti specifici di ministerialità ecclesiale che rispondano alle necessità della regione amazzonica. In quella riunione abbiamo trattato anche delle tematiche che saranno prese in considerazione per il documento preparatorio» ha ripreso il cardinale Baldisseri sottolineando che «la preparazione sarà fatta dalla segreteria generale, con il suo consiglio, sempre in stretta collaborazione con la Repam, perché questo organismo locale ha un’esperienza consolidata di riflessione sulla grande tematica amazzonica». Un riferimento che costituisce anche una novità per i sinodi dato che in passato non risulta una tale diretta collaborazione con altri organismi così definiti. La prima riunione del consiglio è prevista per metà aprile prossimo, quando si svolgerà l’approvazione del documento preparatorio che sarà inviato poi a giugno a tutte le Conferenze episcopali e sarà presieduto dal Papa, che continuerà a presiedere tutte le sessioni.
(Avvenire, Stefania Falasca)