Dhaka (Agenzia Fides) – L’unità con Cristo e con la comunità dei fedeli, che “hanno il diritto di vedere i loro Vescovi vivere in comunione, sia nelle decisioni pastorali da loro adottate che nella loro attuazione”, è stata sottolineata questa mattina dal Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che ha incontrato i Vescovi della Conferenza Episcopale del Bangladesh a Dhaka, nell’ambito della sua visita pastorale in Asia (vedi Fides 7/9/2015).
“Seminate l'unità e non la divisione nelle vostre Diocesi” ha raccomandato il Cardinale. Anche se il contesto di ogni diocesi può essere diverso, e di conseguenza anche le attività missionarie e i modi di evangelizzare, tuttavia “la direzione di tutte le Diocesi deve sempre essere una e la stessa”. Quindi ha spiegato: “L'unità non implica uniformità… Nessun Vescovo può reclamare che una Diocesi è sua proprietà personale. La Chiesa appartiene a Cristo e noi siamo i suoi servi, che si sforzano di fare la sua volontà. Tutti i battezzati appartengono alla Chiesa e ai suoi Pastori è affidato il compito di guidare i membri per il giusto cammino. Siamo servi non padroni”.
Il Prefetto del Dicastero Missionario ha citato con soddisfazione il gran numero di persone che ricevono il battesimo e le tante conversioni, soprattutto nelle zone rurali e fra i gruppi tribali, esortando i Vescovi a “continuare questa missione” e a “promuovere l’evangelizzazione di queste persone”, senza comunque trascurare gli impegni pastorali nelle zone urbane. Ha quindi elogiato l’impegno dei Vescovi, che si recano spesso a visitare parrocchie, comunità ed altre istituzioni, “questo dimostrerà che siamo servi di tutti, inoltre sapete bene quanto queste persone si sentano riconoscenti e privilegiate quando vengono visitate dal loro Pastore”.
“Sono ben consapevole delle difficoltà che incontrate vivendo come minoranza in Bangladesh – ha proseguito il Card.Filoni -. La grande sfida è vivere in armonia con quanti professano altre religioni, cercare un terreno comune di dialogo senza compromettere la verità della nostra fede… Vi invito a costruire relazioni armoniose con tutti. Le altre religioni non sono né i nostri rivali, né i nostri concorrenti. Papa Francesco ci ricorda che la fede si propone non solo attraverso la predicazione, ma anche attraverso il contatto personale e la testimonianza… Siamo chiamati a stabilire Chiese locali radicate nella cultura di ogni nazione, ma sempre coerenti con gli insegnamenti e le dottrine della Chiesa cattolica. Col tempo ogni Chiesa locale deve crescere, con il clero diocesano e i Vescovi locali, in modo che l'attività missionaria raggiunga ogni zona remota e bisognosa”.
Tra le raccomandazioni del Card. Filoni ai Vescovi del Bangladesh, in primo luogo figura l’attenzione particolare al cammino di formazione che si svolge nei seminari, quindi la cura per la formazione permanente dei sacerdoti, e la partecipazione dei laici alla vita della Chiesa, all’opera di evangelizzazione ed all’amministrazione delle diocesi.
“Il Popolo di Dio ha grandi aspettative da voi come Vescovi – ha concluso il Cardinale -. La vostra gente si aspetta che siate missionari che lavorano duro; promotori di comunione; collaboratori nella Chiesa; tra i primi ad incoraggiare i sacerdoti, i religiosi e i laici”. (SL) (Agenzia Fides 12/9/2015)
“Seminate l'unità e non la divisione nelle vostre Diocesi” ha raccomandato il Cardinale. Anche se il contesto di ogni diocesi può essere diverso, e di conseguenza anche le attività missionarie e i modi di evangelizzare, tuttavia “la direzione di tutte le Diocesi deve sempre essere una e la stessa”. Quindi ha spiegato: “L'unità non implica uniformità… Nessun Vescovo può reclamare che una Diocesi è sua proprietà personale. La Chiesa appartiene a Cristo e noi siamo i suoi servi, che si sforzano di fare la sua volontà. Tutti i battezzati appartengono alla Chiesa e ai suoi Pastori è affidato il compito di guidare i membri per il giusto cammino. Siamo servi non padroni”.
Il Prefetto del Dicastero Missionario ha citato con soddisfazione il gran numero di persone che ricevono il battesimo e le tante conversioni, soprattutto nelle zone rurali e fra i gruppi tribali, esortando i Vescovi a “continuare questa missione” e a “promuovere l’evangelizzazione di queste persone”, senza comunque trascurare gli impegni pastorali nelle zone urbane. Ha quindi elogiato l’impegno dei Vescovi, che si recano spesso a visitare parrocchie, comunità ed altre istituzioni, “questo dimostrerà che siamo servi di tutti, inoltre sapete bene quanto queste persone si sentano riconoscenti e privilegiate quando vengono visitate dal loro Pastore”.
“Sono ben consapevole delle difficoltà che incontrate vivendo come minoranza in Bangladesh – ha proseguito il Card.Filoni -. La grande sfida è vivere in armonia con quanti professano altre religioni, cercare un terreno comune di dialogo senza compromettere la verità della nostra fede… Vi invito a costruire relazioni armoniose con tutti. Le altre religioni non sono né i nostri rivali, né i nostri concorrenti. Papa Francesco ci ricorda che la fede si propone non solo attraverso la predicazione, ma anche attraverso il contatto personale e la testimonianza… Siamo chiamati a stabilire Chiese locali radicate nella cultura di ogni nazione, ma sempre coerenti con gli insegnamenti e le dottrine della Chiesa cattolica. Col tempo ogni Chiesa locale deve crescere, con il clero diocesano e i Vescovi locali, in modo che l'attività missionaria raggiunga ogni zona remota e bisognosa”.
Tra le raccomandazioni del Card. Filoni ai Vescovi del Bangladesh, in primo luogo figura l’attenzione particolare al cammino di formazione che si svolge nei seminari, quindi la cura per la formazione permanente dei sacerdoti, e la partecipazione dei laici alla vita della Chiesa, all’opera di evangelizzazione ed all’amministrazione delle diocesi.
“Il Popolo di Dio ha grandi aspettative da voi come Vescovi – ha concluso il Cardinale -. La vostra gente si aspetta che siate missionari che lavorano duro; promotori di comunione; collaboratori nella Chiesa; tra i primi ad incoraggiare i sacerdoti, i religiosi e i laici”. (SL) (Agenzia Fides 12/9/2015)
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