LIBERIA, Foya (Agenzia Fides) - Dall’inizio dell’epidemia di ebola in Africa occidentale, oltre 4.500 pazienti sono stati ricoverati nei centri di trattamento allestiti dalla ong Medici Senza Frontiere. Più di 2.700 di loro sono risultati positivi al virus. Tra tante perdite e sofferenze, ci sono anche storie di sopravvissuti. Secondo un comunicato di MSF inviato a Fides, proprio ieri il centro di Foya ha festeggiato la guarigione del millesimo sopravvissuto tra tutti i pazienti curati nei progetti in Guinea, Sierra Leone e Liberia dal marzo scorso, quando l’organizzazione ha iniziato a rispondere all’emergenza in Africa occidentale.
Il padre del ragazzo guarito lavora per l’ong come promotore della salute, visitando i villaggi e sensibilizzando la popolazione sul virus. Dopo aver perso la moglie, il fratello, infermiere che si era preso cura della moglie, le due figlie più piccole, l’unico sopravvissuto era il maggiore dei suoi figli, di 18 anni, che viveva a Monrovia nella casa dove il resto della famiglia si era ammalato, e che non mostrava i sintomi della malattia. Arrivato a Foya, le persone del villaggio lo hanno allontanato. Padre e figlio si sono così dovuti trasferire. Secondo il racconto del padre, riportato dagli operatori MSF, il giorno dopo il ragazzo sembrava più stanco del solito. E’ stato quindi portato al centro di trattamento a Foya per fare il test dell’ebola che è risultato positivo. Dopo qualche tempo di cure, il ragazzo ha iniziato a stare molto meglio, muovendosi per il Centro fino alla completa ripresa. Attualmente nella regione lavorano circa 3 mila operatori di MSF, tra cui 250 operatori internazionali. (AP) (22/10/2014 Agenzia Fides)
Il padre del ragazzo guarito lavora per l’ong come promotore della salute, visitando i villaggi e sensibilizzando la popolazione sul virus. Dopo aver perso la moglie, il fratello, infermiere che si era preso cura della moglie, le due figlie più piccole, l’unico sopravvissuto era il maggiore dei suoi figli, di 18 anni, che viveva a Monrovia nella casa dove il resto della famiglia si era ammalato, e che non mostrava i sintomi della malattia. Arrivato a Foya, le persone del villaggio lo hanno allontanato. Padre e figlio si sono così dovuti trasferire. Secondo il racconto del padre, riportato dagli operatori MSF, il giorno dopo il ragazzo sembrava più stanco del solito. E’ stato quindi portato al centro di trattamento a Foya per fare il test dell’ebola che è risultato positivo. Dopo qualche tempo di cure, il ragazzo ha iniziato a stare molto meglio, muovendosi per il Centro fino alla completa ripresa. Attualmente nella regione lavorano circa 3 mila operatori di MSF, tra cui 250 operatori internazionali. (AP) (22/10/2014 Agenzia Fides)