LIBANO, Bkerkè (Agenzia Fides) - L'elezione del nuovo Presidente della Repubblica libanese è una scelta che compete solo ai cittadini del Libano “e non agli iraniani, ai sauditi o agli americani”. Essa deve essere operata alla luce del sole dall'Assemblea parlamentare, e non attraverso accordi sotterranei extra-parlamentari tra le fazioni contrapposte che da anni bloccano il corretto funzionamento delle istituzioni statali. Così il Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Bechara Boutros Rai, si è espresso in una intervista rilasciata martedì 25 marzo alla rete televisiva LBCI. Nel corso dell'intervista, il Patriarca Rai ha più volte richiamato il presidente del parlamento Nabih Berri a convocare subito l'Assemblea parlamentare per permettere ai deputati di iniziare al più presto la ricerca di candidati alla Presidenza della repubblica. Il richiamo a coinvolgere subito il Parlamento, espresso dal Patriarca, contrasta con le mosse di chi punta invece ad affidare la scelta del nuovo Presidente a accordi preconfezionati tra i due blocchi politici maggioritari – la Coalizione 8 marzo e la Coalizione 14 marzo – che da anni condizionano la vita politica del Paese dei cedri.
L'attuale Presidente in carica, Michel Sleiman, terminerà il suo mandato il prossimo 25 maggio. Nel sistema istituzionale in vigore in Libano, la carica di Presidente della Repubblica spetta a un cristiano. Le preoccupazioni espresse dal Capo della Chiesa maronita riguardano la possibilità che la contrapposizione tra i blocchi possa portare a un'impasse o a scelte di compromesso al ribasso, sottraendo di fatto all'Assemblea parlamentare la competenza dell'elezione.
Il Patriarca ha ribadito che non è sua intenzione indicare dei nomi per la carica presidenziale. Ma ha aggiunto che, in caso di stallo, renderà noto l'elenco dei candidati preferiti dal popolo libanese, sulla base degli orientamenti documentati da sondaggi e ricerche demoscopiche. Riguardo al profilo del candidato, il Patriarca Rai ha sottolineato l'urgenza di trovare una “persona moderna che sappia trattare gli affari dello Stato”, ribadendo che a scegliere il loro Presidente devono essere solo i cittadini libanesi, “e non gli iraniani, i sauditi o gli americani”. Il Cardinale e Patriarca Rai ha anche rivelato di aver incontrato diplomatici di diversi Paesi per chiedere loro di tenere fuori il Libano dal conflitto siriano, dai negoziati sul programma nucleare iraniano e dalle tensioni tra Iran e Arabia saudita, per garantire che l'elezione del Presidente non sia condizionata dalle tensioni regionali e internazionali.
Interpellato riguardo alle milizie collegate al partito sciita Hezbollah, il Patriarca Rai ha ribadito che esse non possono operare al di fuori della giurisdizione dello Stato e devono essere inserite nel quadro della strategia di difesa nazionale. (GV) (Agenzia Fides 26/3/2014).