Asia Bibi: udienza dell'appello rinviata, ma gli avvocati restano fiduciosi


PAKISTAN, Lahore (Agenzia Fides) – La prima udienza del processo di appello ad Asia Bibi, prevista questa mattina, 17 marzo, davanti all’Alta Corte di Lahore, è stata rinviata per l’assenza di uno dei giudici della Corte. Lo comunica all’Agenzia Fides l’avvocato cristiano Naeem Shakir, a capo del collegio difensivo della donna. L’avvocato spiega a Fides che, “secondo le procedure vigenti, nei casi di appello per una condanna a morte, è previsto un collegio giudicante di due giudici. Se uno manca, non si può procedere”. Nei prossimi giorni, l’avvocato saprà la data di una nuova udienza, che spera “entro la fine del mese di marzo”. Naeem Shakir si dice comunque convinto “di avere buone possibilità per una piena assoluzione di Asia Bibi”.
Commentando il caso, anche il domenicano p. James Channan OP, Direttore del “Peace Center” a Lahore, impegnato nel dialogo interreligioso e in opere di carattere pastorale e sociale, è fiducioso: “Se i giudici applicheranno i principi di giustizia e agiranno senza pregiudizi, Asia Bibi sarà dichiarata innocente e liberata. Nutriamo speranze perché, in passato, quando casi di blasfemia sono arrivati all’Alta Corte, è stata fatta giustizia e gli accusati sono stati assolti, accertando che si trattava di accuse false o strumentali. Sono i tribunali di primo grado ad essere più permeabili alle pressioni dei fondamentalisti” spiega. “Minacce e intimidazioni non mancano, ma al livello dell’Alta Corte spesso questi metodi non funzionano, ed è un bene. E’ vero che in passato i giudici onesti hanno pagato con la vita. Auspichiamo un processo giusto e trasparente”.
“Asia Bibi – prosegue – è divenuta un simbolo della persecuzione e di come la legge sulla blasfemia sia abusata, con accuse infondate. Oggi sul suo caso c’è l’attenzione del governo, di Ong e attivisti per i diritti umani, della comunità internazionale e delle Chiese. Anche Ong musulmane, che difendono i diritti delle donne in Pakistan, si sono espresse in suo favore”. P. Channan esprime timori sul contesto attuale del Pakistan: “Il terrorismo continua a tenere sotto scacco il paese. Attentati si susseguono e il governo è sotto pressione di gruppi radicali islamici e dei talebani. Il governo sembra debole rispetto a questi gruppi e la gente è piuttosto confusa. Non sappiamo come questa situazione potrà influire sulla vicenda di Asia Bibi”. (PA) (Agenzia Fides 17/3/2014)