“Senza dubbio il problema maggiore è la violenza, le bande criminali, è una cosa terribile – dice il missionario che desidera rimanere anonimo -. Non è facile combatterla, perché è una questione molto complessa. C’è gente che dall’interno del carcere riesce a comandare la criminalità fuori, e la popolazione, la gente semplice, non vuole rischiare, ha paura. Su questo la Chiesa risulta sempre l’elemento chiave, perché diventa un punto di riferimento sicuro”.
El Salvador ha poche risorse naturali. Il terreno è accidentato: montagne e vulcani estinti occupano l’88% del territorio. Il paese ha forte attività sismica. L’attività estrattiva è ridotta alla estrazione di piccole quantità di oro, argento, carbone, rame e piombo. L'agricoltura impiega il 19% della forza lavoro e rappresenta l’11% del prodotto interno lordo (PIL). La maggior parte dei terreni sono nelle mani dei grandi proprietari terrieri, gli unici in grado di sfruttarli ai fine dell’esportazione. Circa il 29% della popolazione vive in povertà e il 22% in estrema povertà.
“Dove lavoro, nelle parrocchie, a volte lontano dalle città – prosegue il missionario -, c’è molta gente impegnata con la Chiesa e la famiglia risulta sempre il luogo privilegiato di catechesi e di iniziazione cristiana. Purtroppo, quando i ragazzi crescono, devono affrontare i problemi della gioventù, così si trovano davanti i grandi problemi sociali che ancora oggi non sono stati risolti: la violenza, il narco traffico, la criminalità, la mancanza di risorse per lo studio. E qui iniziano i conflitti sociali - sottolinea il missionario -. Bisogna comunque riconoscere che nella popolazione c’è molta fede. Le comunità cattoliche sono sempre molto solidali e sensibili ai problemi ed alle necessità. Questa realtà rappresenta una speranza che anche a El Salvador la società possa riuscire a superare il grave problema della violenza”. (CE) (Agenzia Fides, 22/02/2014)