Violenza post-elezioni: “I cristiani non sono nel mirino”, dice l’Arcivescovo di Dacca


BANGLADESH, Dacca (Agenzia Fides) – “Condanniamo ogni forma di violenza, contro i cristiani e non solo, in tutto il paese. Oggi va detto che, nonostante alcuni episodi negativi, i cristiani non sono nel mirino dei radicali islamici: lo sono piuttosto gli indù”: lo dichiara all’Agenzia Fides mons. Patrick D’Rozario, Arcivescovo di Dacca commentando le notizie sui casi di violenza dopo le elezioni del 5 gennaio.
Secondo informazioni pervenute a Fides, nei giorni scorsi un gruppo di fanatici islamici ha attaccato una comunità cattolica di etnia gari del distretto di Jamalpur, nell’area di Dacca, ferendo otto persone, tre delle quali sono ricoverate in ospedale. Tra questi, il fratello maggiore di mons. Paolo Ponen Kubi, Vescovo di Mymensigh. Altra violenza si è verificata in una parrocchia nel distretto di Sherpur, sempre nella divisione di Dacca, dove cinque fedeli sono stati feriti. Nei giorni precedenti è stato ucciso il giovane cattolico di entia santal, Ovidio Marandy, nel Bangladesh settentrionale.
Prima delle elezioni alcuni gruppi islamisti – fautori del boicottaggio del voto – avevano minacciato i cattolici e gli indù di rappresaglie se fossero andati alle urne, “ma non conosciamo con certezza le cause degli attacchi”, spiega l’Arcivescovo. “Dopo le elezioni si sono registrate reazioni scomposte, con episodi isolati a danno dei cristiani, ma ora la situazione sembra calmatasi. Ho sentito il vescovo, fratello del ferito. Non è chiaro cosa ci sia dietro gli attacchi. Possono essere anche motivi legati al possesso delle terre o altre ragioni, legate a dispute e conflitti etnici”.
“Come minoranza in un paese islamico abbiamo un ruolo e un contributo da offrire: ieri un laico cattolico eletto in Parlamento, Promod Mankin, è stato nominato ministro del Welfare. Crediamo sia un buon segno, auspichiamo che possa lavorare non solo per il bene della comunità cristiana ma per il bene comune dell’intero paese, con un occhio speciale per lo sviluppo dei più poveri. Mankin è persona devota e onesta: lo incoraggiamo. Lo incontrerò nei prossimi giorni e parleremo della situazione del paese”. (PA) (Agenzia Fides 15/1/2014)