SIRIA, Ginevra (Agenzia Fides) – Promuovere la partecipazione di una delegazione della minoranza cristiana ai negoziati di pace per la Siria, che si terranno alla conferenza di Ginevra 2 a partire da domani, 22 gennaio: è quanto chiede l’Ong “CitizenGO”, che ha lanciato un appello e una petizione a cui hanno aderito, come riferito a Fides, leader delle Chiese e altre Ong accreditate all’ufficio Onu di Ginevra. Nell’appello inviato a Fides si legge: “La comunità cristiana del paese mediorientale è stata ed è ancora probabilmente il gruppo religioso più colpito dall'attuale guerra civile, che vede i ribelli islamisti opporsi al regime di Bashar al-Assad. Dopo quasi tre anni di conflitto, circa 2.6 milioni di siriani di fede cristiana sono ancora vittime di persecuzioni, violenze e atti intimidatori, che mettono a repentaglio la stessa esistenza della comunità cristiana siriana”.
In questo scenario, “le grandi potenze mondiali e le Nazioni Unite, che stanno intavolando i negoziati di pace tra le fazioni in conflitto, non hanno ritenuto di dover invitare nessun rappresentante della minoranza cristiana (corrispondente a circa il 12% dell'intera popolazione siriana) alla conferenza di pace di Ginevra”.
Per questo “CitizenGo” e altre Ong sostengono l’azione della “Christian Coalition for Syria” che propone l'immediata fine delle ostilità e promuove l'adozione di una Costituzione democratica e rispettosa delle numerose minoranze etniche e religiose che vivono nella regione. Per affermare tutto ciò e difendere i diritti e le libertà dei cristiani siriani – afferma il testo dell’appello – “i delegati dell'organizzazione devono essere ammessi ai negoziati di pace di Ginevra, cosa che finora è sempre stata loro negata”.
La petizione appoggia questa partecipazione, nella convinzione che “la libertà religiosa rappresenta il primo dei diritti fondamentali sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, ricordando che in molti casi comprovati “ai cristiani siriani viene negato l'elementare diritto a professare liberamente la propria fede religiosa”. (PA) (Agenzia Fides 21/1/2014)